mercoledì 16 ottobre 2024

IL BALLO DELLE PAZZE - Victoria Mas

 


Nel momento in cui porto a termine una lettura, di solito, chiudo gli occhi e attendo che si materializzi una parola che possa descrivere e riassumere la sensazione immediata che quella storia, quella lettura, ha suscitato in me.
In questo caso, la parola che si è materializzata dietro le mie palpebre chiuse è stata "impotenza".
Libro scoperto assolutamente per caso, non conoscevo l'autrice, ma stavolta ritengo di essere giustificata dal fatto che si tratta del suo primo romanzo in quanto principalmente il suo lavoro si svolge nel mondo del cinema.
La storia si svolge alla fine del 1800, per l'esattezza ci troviamo catapultati in una Parigi del 1885 all'interno dell'ospedale psichiatrico Salpetrière, oggi rinomato centro ospedaliero universitario del XIII arrondisement. Edificio imponente, costruito nel 1600 e nato come fabbrica di polvere da sparo.
Negli anni in cui si snoda la nostra storia il dottor Jean Martin Charcot volle trasformare l'edificio in una clinica per malattie psichiatriche che richiamava studenti da tutta Europa e tra questi Sigmund Freud.
Così narrata, la storia della Salpetrière scorre quasi come una bella favola sulla scienza medica ed i suoi progressi. Questo se non si tenesse cono del fatto che, oggetto degli studi di Charcot e dei suoi seguaci erano quasi esclusivamente donne, di varia provenienza, che venivano usate come cave impotenti e spesso oggetto di pratiche a volte abominevoli e sconsiderate.


Spesso si trattava di donne segnate dal dolore, depresse, vittime di abusi, le quali venivano allontanate da una società per la quale la loro "malattia" costituiva solo un fastidioso peso.
Per cui, sovente, l'ospedale rappresentava un contenitore di donne sfortunate le quali, per i più disparati motivi dovevano essere cancellate dalla società "civile".

Il romanzo mostra uno spaccato di quotidianità all'interno della struttura rappresentando gli eventi dal punto di vista delle internate e raccontandoci le loro paure e i loro sogni, le loro emozioni e le frustrazioni.
Ma ad essere prese in considerazione sono pure quelle donne impiegate all'interno della Salpetrière: infermiere ed inservienti ad esempio.

Entrando nel dettaglio, lo scorcio che viene mostrato al lettore è il periodo della mezza Quaresima che vede le alienate molto prese dai preparativi per il Ballo di primavera (o di mezza Quaresima), noto a Parigi come Il ballo delle pazze (Le bal des Folles). Un'occasione per l'elite della società di soddisfare la propria curiosità morbosa nei riguardi delle recluse e, allo stesso tempo, la possibilità per queste ultime di trascorrere un periodo gioioso e sereno abitato da sogni e speranze.
In sostanza per Charcot una sorta di evento pubblicitario, un modo per mostrare al pubblico i risultati del proprio lavoro. Un evento, che oggi considereremmo di dubbio gusto, per ricevere consensi.

Protagoniste del romanzo sono quattro donne, molto diverse tra loro: Genevieve, capoinfermiera rigida, ma attenta alle esigenze delle pazienti, 
Eugenie, giovanissima donna dell'alta società che viene internata da un padre dispotico che vede in lei il seme del male ma che, in realtà, mal sopporta il suo anticonformismo.
Louise, giovane figlia del popolo vittima di abusi da parte dei familiari e che, però, sogna ancora l'amore.
Infine Therese, anziana prostitua, decana della Salpetrière  e punto di riferimento per tutte le ospiti dell'ospedale. 

Il romanzo si snoda in circa 180 pagine, privo di fronzoli e descrizioni particolareggiate, riesce comunque a creare nell'immaginario del lettore delle figure e dei volti e dei luoghi nitidi.
Scorrevole e mai veramente duro nella narrazione, è comunque in grado di suscitare rabbia e indignazione.

A mio parere un buon lavoro, breve, ma d'impatto. Fornisce un quadro chiaro della situazione usando anche un po' di immaginazione e un'espediente "esoterico" che intriga chi ama il genere.


Dal romanzo è stato tratto un film nel 2021 distribuito da Prime video. Film, in linea di massima , abbastanza federe al libro da cui è tratto

Voto libro Tre stelle e mezzo/ quattro

martedì 13 febbraio 2024

I consigli della Libreria Atlantide e la loro storia


 

Atlantide è a Castel San Pietro (una ventina di km da Bologna), in via Mazzini 93, dal 4 dicembre 1993.


Assoluti neofiti come librai, ci eravamo resi conto che nel paese mancava una libreria, come del resto anche nei comuni limitrofi. Con buona volontà ed incoscienza abbiamo cercato i locali più adatti, per poi procedere con tutti i passi necessari all’apertura, dopo averli trovati. Contatti con fornitori, con altri librai, studio, settimane frenetiche per l’allestimento … dopo diversi mesi di preparazione è arrivato il giorno fatidico dell’apertura.


Se all’inizio non sapevamo come sarebbero andate le cose, accompagnando all’offerta di libri anche cartoleria e qualche oggetto d’arredamento (in modica quantità), ci siamo resi conto subito che il pubblico voleva libri.


Non ci era chiaro allora che la libreria dovesse essere intesa anche come avamposto culturale, come centro per la comunità. In quegli anni il negozio di libreria, perlomeno in provincia, non era percepito in questo senso mentre, questo comune sentire, si è poi fatto strada anno dopo anno. 


Una cosa possiamo attribuircela senza peccare di presunzione: Atlantide è sempre stata l’Atlantide che il nostro pubblico conosce, da subito, con le caratteristiche che ancora la distinguono: un luogo aperto al dialogo, sincero, amichevole e gentile, in cui trovare libri di grandi e piccoli editori, indipendente, con grande attenzione ai libri per ragazzi (ogni quattro libri venduti uno appartiene alla letteratura per l’infanzia).


Abbiamo sempre intercettato i grandi mutamenti che stavano verificandosi, utilizzando le nuove tecnologie, distribuendo newsletter, vendendo su ebay (ricordiamo con emozione una esportazione negli States de La misteriosa fiamma della Regina Loana, nel 2004), facendo ricerche nel mondo per libri in catalogo e non, utilizzando con discreto successo anche i social, sempre con la nostra voce.


Da sempre abbiamo curato con attenzione i rapporti con le scuole del territorio, con le biblioteche. Solo il ricorso a gare d’appalto incentrate solo sull’entità dello sconto ci hanno messo fuori gioco, per fortuna non in tutti i casi, visto che ancora numerose sono le biblioteche che continuano a servirsi da Atlantide: in questo caso possono rinunciare a qualche punto di sconto ricevendo in cambio un servizio di qualità!


Ci siamo divertiti e abbiamo sofferto (ma le risa sono state per fortuna più numerose), tra noi, con la clientela, con altre librerie, con rappresentanti ed editori. E abbiamo sempre incrociato autori ed autrici divenuti poi amici di lungo corso, compagni di viaggio nel mare agitato dell’editoria.


Siamo sopravvissuti a svariati ministri della cultura, in un Paese con gli indici di lettura costantemente inferiori a quelli di altre nazioni civili, in picchiata da una decina di anni, in un mercato che non brilla sempre per correttezza…

Libri da consigliare, autori da suggerire ai lettori, beh, ne avremmo a bizzeffe, qui in Atlantide manteniamo sempre aggiornato con le nuove letture uno scaffale di libri consigliati, romanzi e gialli. Abbiamo pensato allora di dare spazio ad un autore che meriterebbe di essere più letto secondo noi, di veder ripubblicate alcune sue opere tristemente non disponibili. I suoi primi editori italiani non hanno avuto fortuna, Scheiwiller e Zandonai, ora auguriamo maggior fortuna a quelli attuali: Keller, Bottega Errante e Nutrimenti. 


Di Miljenko Jergovic vi proponiamo Le Marlboro di Sarajevo, edito in Italia da Quodlibet nel 1995, Scheiwiller nel 2005, infine da Bottega Errante, che continua a proporlo ai lettori dal 2019. I racconti che compongono il libro sono stati scritti a caldo, in quei terribili giorni tra aprile 1992 e febbraio 1996: 

Sarajevo, città cosmopolita e vivissima è stata cinta d’assedio e ha dovuto piangere 12.000 morti di cui circa 1.500 bambini, e più di 50.000 feriti. Fu una guerra documentata quotidianamente nelle nostre case con le immagini terribili che aprivano i Tg dell'epoca. Jergovic ci cala in quella quotidianità dando vita ad un racconto corale, fatto di amore per la sua città, di tragica fatalità, alternando momenti commoventi ad altri dai toni fiabeschi, mai esaltando l'orrore o calcando la mano sull'emotività che ne può derivare, ma dando centralità alle persone, ai loro sentimenti, in un contesto sospeso tra quotidianità, sopravvivenza, umanità. Il libro Le Marlboro di Sarajevo lo ha posto all'attenzione della scena letteraria internazionale, garantendogli anche prestigiosi premi come il tedesco Erich Maria Remarque.


La sua opera in generale è un grandioso, partecipato e intenso tributo alla storia della sua terra, evidenziando quei momenti in cui la storia ha accelerato la sua corsa, consegnando al lettore fatti decisivi per la nazione nel riflesso delle vite dei suoi protagonisti.


Chiudiamo con un'altra citazione: «Nessuno ha fatto niente per la Verità, e questa ha smesso di funzionare come argomento». La verità che “suonerà offensiva, se mai qualcuno vorrà dirla, per i serbi, per i croati e per i musulmani, I primi hanno istigato e messo in atto il crimine, gli altri, nella loro disgrazia, hanno creduto di essere nel giusto e di dover pensare e agire come i primi ".


Il libro è stato scritto mentre la guerra devastava quella bellissima e composita città che è Sarajevo. Narra le storie di quei giorni, viste dalla parte degli assediati, legando una vita all'altra, la sorte di un uomo a quella di una donna, di una casa indenne a una colpita dalle cannonate. Ne risulta un racconto corale, di amore e malinconia per una terra distrutta, ma privo di lamenti inutili, accettando l'inevitabilità della sorte e degli accadimenti. È un compendio di feroci pugni allo stomaco, in cui il conflitto balcanico fa da sfondo ai bislacchi protagonisti, sempre in bilico tra quotidianità e sopravvivenza. "Jergovic è uno scrittore epico; possiede la capacità di lasciar parlare l'oggettività delle cose e degli avvenimenti, di cogliere la storia di un individuo o di un paese nei dettagli più concreti, con sobria essenzialità". Dalla prefazione di Claudio Magris



L’autore.

Romanziere, poeta, giornalista e sceneggiatore, nonché maestro del racconto breve, è senza dubbio uno dei maggiori talenti letterari della sua generazione, noto soprattutto come autore di novelle aventi per tema la sua terra natale. Nasce a Sarajevo, dove compie studi in filosofia e sociologia. Nel 1994, durante l’assedio di Sarajevo decide di lasciare la città natale per trasferirsi a Zagabria, dove tuttora vive e lavora. La guerra, l’assedio, la fuga, il doloroso disgregarsi di una comunità, la nostalgia, ma anche gli affreschi commoventi e fiabeschi della propria infanzia, l’intrecciarsi di destini familiari e collettivi, saranno temi ricorrenti anche nelle opere successive. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di lingue e la lunga serie di premi e riconoscimenti letterari – tra cui, in Italia, il Grinzane Cavour nel 2003 per il libro Mama Leone e il premio Tomizza nel 2011 – lo consacra non solo come autore di fama internazionale ma anche come autentico erede dell’eccellente tradizione narrativa bosniaca e della migliore letteratura del Paese che una volta è stato la Jugoslavia. 







martedì 16 gennaio 2024

IL GRANDE MAGAZZINO DEI SOGNI - Lee Mi-Ye


Mi trovavo in libreria e sono stata attratta dalla copertina molto colorata di questo romanzo. 
Da un po' di tempo pensavo di provare un nuovo approccio alla letteratura orientale così, attratta dalla trama leggera e originale, ho deciso di portare a casa con me "Il grande magazzino dei sogni" di Lee Mi-Ye arrivato nelle librerie nel marzo del 2023.
Mi ha incuriosita anche perché pare che il romanzo sia nato da un'autopubblicazione che, grazie al tam tam dei lettori è divenuto un bestseller tradotto in varie parti del mondo e, adesso, anche in Italia.
Una volta immersi nella lettura vi troverete trasportati in una sorta di Hogwarts del mondo dei sogni, un clima sereno, magico e pure divertente, caratterizza questo grande magazzino in cui la protagonista, la giovane neo assunta Penny, viene erudita sul funzionamento dei vari piani, sulle funzioni dei vari direttori di settore e del direttore generale, nonchè su quelle di creasogni.
Al grande magazzino dei sogni i clienti arrivano in pigiama, già addormentati, alla ricerca del sogno ideale per quella notte e, all'indomani, non ricordano affatto di essersi recati in quel luogo fantastico.
Tra creasogni di successo, premi simili agli Oscar per i sogni bestsellers, assemblee organizzative e sogni su misura, Penny apprenderà il vero significato e la vera funzione dei sogni, anche di quelli meno belli.
L'ho trovato una piacevole fuga dalla realtà. Leggero, ma mai banale. 
Consigliato a chi ha voglia di evadere con la fantasia in compagnia di personaggi sempre positivi e spesso divertenti.
La traduzione di Lia Iovenitti è scorrevole e arriva delicatamente al lettore, non troviamo costruzioni o termini ricercatissimi, ma ho notato che questo avviene spesso con i romanzi orientali che hanno sovente nella versione originale una sorta di linearità e semplicità nella narrazione che li fa differire dalla letteratura del resto del mondo.
Che dire? di sicuro lettura rilassante, del resto parliamo di sonno e di sogni!
 

Un estratto: "...mi pare che la gente, al giorno d'oggi, si ostini a confrontare la propria vita con quella degli altri molto più del necessario. Da un certo punto di vista è inevitabile [...] ma se si arriva al punto di non riuscire più a concentrarsi sulle proprie cose è chiaramente un problema "

mercoledì 19 aprile 2023

Mega Book Haul primo trimestre 2023

Nel primo trimestre del 2023 ho effettuato un po' di acquisti, facendomi guidare sia da alcuni consigli arrivati dalle parti più disparate, che da quanto raccontato da alcuni risvolti di copertina.

Ho preparato quindi un video ( mostrarli in foto aveva poco senso ) in cui vi illustro un po' qualche trama e qualche curiosità.

Intanto vi chiedo, se sarete passati di qui, di iscrivervi al blog tramite l'apposito pulsantino blu in basso a destra, in tal modo rimarrete aggiornati sui prossimi articoli in uscita e mi aiuterete a far crescere questa pagina letteraria.

Grazie amici, vi lascio al video



mercoledì 15 marzo 2023

ARRIVA DAL 1983 LA SAGA GOTHIC BLACKWATER


 Approdata finalmente in Italia la  Blackwater saga, opera di un maestro del gotico quale Michael McDowell, classe '50  noto al grande pubblico per le sue sceneggiature di film famosissimi quali "Beetlejuice" o "Nightmare before Christmas", ma anche di serie arcinote : "Un salto nel buio", "Alfred Hitchcock presenta" o per il romanzo "Jack & Susan in 1913".
L'ambientazione temporale è quella degli anni '20, in un'Alabam Calda, fangosa e misteriosa intrisa di orrore e magia .
La serie fu pubblicata negli anni '80, ma, come dicevo in apertura, è arrivata in Italia soltanto oggi riscuotendo un grandissimo successo.
Una saga quindi senza tempo, una narrazione avvolgente, coinvolgente e appassionante.
Principali protagoniste due donne: Mary-love Caskey ed Elinor Dammert, la donna dai capelli di rame apparsa durante la piena del Perdido.
Chi o cosa si cela dietro Elinor? E perchè Mary-Love non riesce proprio a sopportare la sua presenza?
Tra avvenimenti soprannaturali, ripicche familiari e tragici eventi, la famiglia Caskey e l'intera comunità di Perdido, attraverseranno un'era importante che metterà alla prova l'intera cittadina.
Cittadina, tra l'altro, davvero esistente, sebbene modificata per esigenze narrative.
Figure femminili forti, combattive e determinate, sia quelle principali che quelle che ruotano attorno alle protagoniste. Le figure maschili della saga sono forse più in ombra e vengono descritte quasi come personaggi senza spina dorsale il cui potere è dovuto esclusivamente ad una mentalità patriarcale e retrograda.
Le vere colonne portanti della città sono quindi le donne, viste come individui indipendenti e non legati alla figura di madri o mogli, sebbene, all'apparenza, siano esclusivamente madri e mogli o serve di qualcuno.
Una nota a parte meritano le stupende copertine realizzate con goffrature e immagini che riprendono elementi della storia.
Altro dettaglio è la scelta di Neri Pozza di creare delle edizioni tascabili di un certo pregio, sempre rimanendo nell'ambito di volumi economici.
Nasce per questo la nuova collana Beat della quale la saga di Blackwater ne è la prima opera pubblicata.
Ne consiglio vivamente la lettura e attendo di scoprire con ansia le future pubblicazioni che si andranno ad aggiungere alla collana






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